Il Milan è campione d’Italia, battuto il Sassuolo. Un percorso iniziato ormai 2 anni fa, da quel 5 a 0 contro l’Atalanta. Dopo aver toccato il fondo, i rossoneri sono risaliti piano piano. Lo hanno fatto meritatamente, dando prova di grande forza non solo in questo campionato, ma già dallo scorso e da quello prima ancora.
Merito sicuramente del lavoro quotidiano di Stefano Pioli, uno dei maggiori fautori di questo scudetto. Pioli che sembrava pronto a fare le valigie, al posto di Ralf Rangnick che con il suo Manchester United non è nemmeno arrivato in Champions, e che poi invece è rimasto, sostenuto da Paolo Maldini.
Maldini capace di scovare talenti, decisivi per questo trionfo. Capace di concedere seconde occasioni come avvenuto con Sandro Tonali e Rafael Leao. Entrambi venivano da un’annata deludente, il primo con le zampate a Roma e a Verona ha inciso il suo nome su questa vittoria, l’altro ha vinto il premio di Mvp della Serie A.
È lo scudetto di Zlatan Ibrahimovic. Arrivato nello scetticismo generale, lo svedese ha dato al Milan e ai tanti giovani una mentalità vincente, facendoli crescere sotto la sua ala, come avvenuto con Leao, Calabria e Kalulu.
È lo scudetto di Mike Maignan, di Tomori, di Kalulu e di Simon Kjaer, di Theo Hernandez, che hanno difeso la loro porta in svariate occasioni, dando ai rossoneri una solidità difensiva che non si vedeva da tempo.
È lo scudetto che dopo 11 anni porta il Diavolo in paradiso.
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