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Al bando la tecnocrazia semaforica

Un'amministrazione dedita alla tecnocrazia e un semaforo spietato: sembra il titolo di un romanzo futuristico, ma a Milazzo è già realtà

Tecnocrazia

Sulle colonne del Tirrenico non si scriveva da tempo a proposito della tecnocrazia che impera nell’amministrazione italiana. Quando si lascia alle spalle – fortunatamente – un dato periodo storico ove nuove parole sono subentrate nel lessico quotidiano, esse tendono a cadere nel dimenticatoio. Le si ricorda ogni tanto, chi con un velo di nostalgia e altri vituperandone gli effetti. Di ciò che comporta il dominio della tecnica ne abbiamo visto e provato abbastanza in questi ultimi anni, ma la tirannide della burocrazia non cessa di esistere. Essa uccide col solo respiro il malcapitato come l’Idra di Lerna e sembra essere dannatamente immortale.

Negli ultimi mesi abbiamo nuovamente saggiato la forza della tecnocrazia. Essendo, come testé detto, eterna; essa si cela in ogni nugolo, in qualsiasi anfratto della nostra vita e si ripresenta imperiosa con i suoi terrificanti tratti. Basterebbe questo incipit per scrivere un libro la cui prosa si agita tra il sacro e il profano. In realtà, sia chiaro a tutti i lettori, stiamo scrivendo di un semaforo. In un sottile gioco tra la burla e l’amara realtà, i milazzesi – popolo di mare! – si sono ritrovati nella condizione di dover versare un obolo per accedere all’Asse viario, strada di collegamento ormai rinomata per la Piana.

Nel lasso di pochi mesi sono giunte nelle case dei già vessati cittadini oltre tredicimila multe. Numeri da capogiro per una comunità con meno di ventimila patentati. Agli occhi di un forestiero sembrerebbe che Milazzo si sia trasformata in un autodromo ricolmo di demoni dell’asfalto, di futuristi ammantati dal mito dell’acciaio su ruota, di novelli Biasion. In realtà non è così. Il semaforo di San Giovanni, il quale non dovrebbe fare inganni, è stato reso più preciso di un orologio svizzero a discapito dei fallaci sensi umani. Foto-trappole killer, una segnaletica degna di Licurgo, una luce gialla che scompare in men che non si dica come gli ultimi risparmi del povero automobilista.

C’è qualcosa che non va all’entrata dell’Asse viario. Assenza di sensibilità? Sicuramente. Soprattutto perché dopo aver bussato alla porta del Consiglio comunale, l’unica risposta che sopravviene è “occupato”.


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